parco valle lambro
Il lavoro dell’uomo

Il lavoro dell’uomo

Gli antichi mulini
Le prime testimonianze dei mulini del Lambro risalgono a documenti antecedenti l’anno mille.
Dei numerosi impianti che popolavano il corso del fiume, ne sopravvivono circa trenta, alcuni funzionanti. Da Monza a Merone uno solo può essere ancora attivato: il mulino Ronchi a Peregallo di Briosco.
Segnaliamo inoltre: il mulino Colombo (Monza), i mulini Asciutti con le tre macine (parco di Monza); il mulino di Sovico, in località Molino Bassi, e il mulino Resica a Verano, dei quali è conservato il locale macine; i mulini di Baggero, di cui sono rimaste le paratie, le ruote idrauliche (una delle quali funzionante) e un locale con un frantoio.

Le cascine e i nuclei rurali
Il Parco è disseminato di cascine e antichi nuclei rurali che offrono incantevoli scorci di un tempo perduto.
Tra i più significativi: cascina Frutteto (Parco di Monza), sede della Scuola di Agraria, la cascina Zuccone Rubasacco, i suggestivi nuclei di Montemerlo e Zuccone Franco (Triuggio), quest’ultimo affacciato sulla valle del Pegorino, i rustici di Villa Beldosso a Carate, la cascina sul colle del Simonte (Briosco) con la sua vista impagabile, cascina Verana (Briosco) citata dal catasto austriaco e i nuclei Torre e Brenna con le belle edicole votive (Giussano), le intatte cascine seicentesche Iolanda e Brenno della Torre (Costa Masnaga), il borgo  rurale di Moiana (Merone). Ad Alserio rimangono il lavatoio e l’antica ghiacciaia (località Pizzo).

La fornace di Briosco
Un tempo le fornaci erano assai numerose in tutto il bassopiano tra Fornaci e Nibionno, grazie ai depositi di argilla che qui venivano sfruttati sin dall’epoca romana. Oggi le fornaci sono tutte scomparse con l’eccezione della piccola fornace artistica della famiglia Riva, specializzata nella produzione del cotto lombardo con i metodi della tradizione manuale. Dai suoi forni escono statue, vasi, mattoni, piastrelle e decori per abitazioni nuove o per restauri di chiese ed edifici storici, tra i quali la Villa Reale di Monza, la Basilica di Agliate, l’Abbazia di Morimondo.
Fin dall’inizio del Novecento la fornace è stata un punto di incontro per scultori e artisti, che qui davano vita alle loro opere di terracotta e ceramica.

I monumenti dell’archeologia industriale
Sono molte le testimonianze dello sviluppo economico e industriale della Valle del Lambro nella seconda metà dell’Ottocento. Grazie alla forza motrice del fiume lungo il suo corso sorsero opifici per la lavorazione della seta, del lino, della lana e del cotone. Dei numerosi stabilimenti attivi agli inizi del secolo scorso, solo due continuano l’originaria attività (a Ponte Albiate e a Merone); gli altri sono stati abbandonati o ospitano attività diverse (Triuggio, Carate, Giussano) o sono stati trasformati in complessi residenziali (Macherio).
Rimangono alcune testimonianze della passata attività industriale: gli edifici del cotonificio Dell’Acqua (Triuggio), della manifattura Viganò (Albiate), della filatura Staurenghi  con la ciminiera che si innalza fino a 36 metri (Carate) e le vecchie turbine dello stabilimento serico Isacco (Merone). Da segnalare anche i resti della Cartiera di Briosco.