parco valle lambro
Colorato

Lo sapevi che il Parco è…colorato

 

Sono tanti e tutti diversi. Crescono naturalmente e senza l’intervento dell’uomo, ma solo – così come ci hanno insegnato a scuola – grazie agli insetti e al vento che trasporta i semi. Sono i fiori del Parco che presentano colori di varia sfumatura: rosso, viola, giallo e bianco sono all’ordine del giorno e per lo più si presentano come chiazze che vanno e vengono in poche settimane di vita, così come il ciclo vitale vuole. La loro bellezza sta anche nella rarità delle specie più ricercate, alcune delle quali addirittura protette dalla legge. Lo sapevi che in Brianza, ci sono fiori protetti che non si possono cogliere? 

 

Fiori gialli

Colorano i prati dalla fine dell’inverno agli ultimi giorni di autunno: sono i fiori gialli che rimandano al calore del Sole. Il tarassaco che rapido si trasforma in soffione e il ranuncolo dei campi che svetta tra l’erba alta sono protagonisti nelle praterie a fieno, insieme al papavero, un tempo quasi scomparso ora in ripresa.

Dal bordo del bosco e lungo le rogge occhieggia il favagello, parente stretto del ranuncolo. Nei boschi l’anemone giallo, la primula, i fiori del corniolo appaiono e scompaiono prima che gli alberi mettano le foglie mentre la consolida e l’ortica mora rimangono più a lungo.

Sui laghi galleggiano le ninfee gialle (il nannufero), mentre sulle rive spuntano il giaggiolo e il botton d’oro fra le canne di palude che, in autunno, rendono dorate le sponde.

 

Fiori Bianchi

Nei prati spiccano le margherite (tra cui la camomilla), le ombrellifere (pimpinella, carota, finocchietto selvatico) e il millefoglio che vira verso il rosa. Il latte di gallina si trova nei prati con erbe meno alte e accompagna i primi passi nel bosco. Qui, sotto gli alberi, il bianco dei fiori nasce direttamente dal bianco della neve: campanellini, anemoni e qualche raro bucaneve. Poi arrivano i mughetti, l’aglio orsino, il biancospino. Quando la primavera sconfina nell’estate il sambuco e la robinia spandono i loro profumi anche nei campi fuori dal bosco.

Lungo le sponde del lago di Alserio, oltre alla ninfea bianca si segnala l’eufrasia di Marchesetti, unico fiore del Parco protetto perfino a livello europeo.

 

Fiori viola/azzurri

Pur se nascosti nelle ombre, i fiori viola sono sempre presenti in tutti gli ambienti del Parco.

Al bordo dei campi e nei prati a fieno crescono il fiordaliso e la cicoria, la malva e la veccia, la falsa ortica e la valeriana. Nei boschi, la scilla dei boschi inizia e conclude il sui ciclo vitale annuale prima che crescano le foglie degli alberi, così come il dente di cane e la polmonaria, i cui fiori però durano fino a metà primavera. Nei boschi tra aprile e maggio si mostra anche la pervinca, dai curiosi petali triangolari e la violetta. Quasi tutte queste specie precoci sono protette ad un qualche grado dalla legge, quindi informatevi prima di raccogliere un fiore!

 

I boschi del Parco

Quando si parla di una tipologia di vegetazione, il discorso si fa complesso: un bosco infatti non è solo l’insieme delle piante presenti ma molto di più. Lo stato e la salute di un bosco si comprendono osservando il tipo e il numero di specie presenti, la salute dei singoli alberi, la scomparsa di una singola specie animale, la copertura di foglie morte a terra, …

I boschi del Parco sono molti e molto vari e sono in espansione negli ultimi anni. Abbiamo scelto due tipologie di bosco tipiche.

 

Quercia Carpino

La formazione forestale tipica della pianura e delle prime colline è il bosco a Quercia Farnia e Carpino bianco, accompagnati da Acero, Bagolaro, Ciliegio, Corniolo, Evonimo, Nocciolo. È un ecosistema complesso, casa di tanti animali ma importante anche per l’uomo: svolge anche funzioni di controllo delle piene, depurazione dell’aria, luogo rilassante, …

Purtroppo è relegato ad alcuni fondovalle poco accessibili, mentre la gran parte dei boschi è minacciata dall’urbanizzazione e dall’invasività di specie estere sfuggite dai giardini e dai vivai. La robinia, il ciliegio tardivo, l’ailanto, la spirea e la fitolacca sono talmente efficaci nella competizione per spazio e risorse da riuscire a sostituirsi alle piante locali e a formare boschi poveri, costituiti da pochissime specie.

 

Bosco umido

Avvicinandoci ai laghi o alle sponde del fiume il bosco cambia aspetto e presenta specie adatte ad una maggior quantità d’acqua. Dove la falda è a pochi metri di profondità ed esondazioni regolari inondano le rive del fiume, troviamo il quero-ulmento, con farnia, olmo campestre e platani. Il sottobosco rimane simile al querco-carpineto.

Quando invece c’è quasi sempre acqua in superficie gli alberi dominanti sono l’ontano, il frassino, i pioppi ed i salici e il sottobosco, anche se meno vario, rimane rigoglioso: balsamina, crescione d’acqua ed equiseto fanno bella mostra di sé e non rendono la vista meno ricca.

Queste formazioni sono molto sensibili all’alterazione dei livelli di falda e all’inquinamento, in particolare all’eccesso di fertilizzante portato dall’acqua dopo che la pioggia ha dilavato i campi a monte dei boschi.