Vivere il Parco

LA STORIA

Il Parco della Valle del Lambro
 è stato istituito con Legge Regionale numero 82 del 16 settembre 1983, dopo un percorso lungo e laborioso.

L’idea di istituire un’area protetta per tutelare il fiume Lambro nasce per la prima volta negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, sulla spinta delle idee ambientaliste che proprio allora iniziavano a diffondersi. Ai tempi, il Lambro era definito dai più "fiume morto".

Il danneggiamento dei suoi habitat ha però origini molto più remote: inizia, infatti, durante la rivoluzione industriale. L’acqua del fiume è preziosa forza motrice che mette in moto i numerosi macchinari che agevolano e velocizzano il lavoro, tra cui i telai delle numerose tessiture che sono sorte lungo le sponde del Lambro; al contempo, però, è anche il luogo in cui vengono riversati gli scarti di lavorazione e gli scarichi, ricchi di tinture o di prodotti chimici che colorano il fiume e avvelenano la flora e la fauna che vi abitano.

È proprio in un comune dell’attuale Parco Valle Lambro che si ha la prima petizione scritta - che risulta essere la più antica della storia italiana - proposta da comuni cittadini contro l'inquinamento: nel 1894 i cittadini di una frazione situata lungo il fiume lamentano l'inquinamento del Lambro causato da una filanda situata poco a monte, che versava «nel citato fiume tutti gli spurghi di cloro e vari altri acidi nocivissimi alla salute», causando una moria di pesce, indispensabile risorsa alimentare per le famiglie della zona, e impedendo l’uso dell’acqua «pei bisogni di famiglia, la stessa acqua che venne alterata per mezzi velenosi». Le proteste dei cittadini furono ascoltate dal Sindaco e dalla Prefettura, che intervennero rapidamente e imposero all'industria tessile il divieto di versare scarichi inquinanti nel fiume, nonché l'obbligo di riparare il danno ambientale ripopolando il fiume con un quantitativo di pesci pari a quello andato perduto.
Il Lambro inquinato

 
La petizione del 1894
Durante il secondo dopoguerra, con la sua ondata di benessere, lavoro e miglioramento delle condizioni di vita, i paesi industrializzati incominciano a considerare gli effetti dell'esplosione dell’incremento demografico. Anche in Brianza il boom economico si fa sentire con danni agli habitat naturali non più  localizzati attorno alle industrie, ma diffusi e visibili a tutti: il Lambro è un fiume oramai senza vita e la sua unica utilità è raccogliere gli scarichi delle abitazioni  civili e delle numerose fabbriche sorte in prossimità del corso d’acqua. Siamo nell’epoca della nascita dell’emergenza ambientale e dell’ecologismo in Italia e nel  mondo.

È negli anni ’70 del secolo scorso, sulla spinta di associazioni del territorio e di amministratori lungimiranti, che si avvia la progettazione di un piano di recupero e  di salvaguardia delle aree metropolitane del milanese e delle zone periferiche della provincia di Milano, tra cui la valle del Lambro.
Il progetto di Legge diviene realtà nel 1983, con l’istituzione del Parco della Valle del Lambro e di altre 6 aree protette regionali. Nel corso del tempo il Parco si è ampliato e gestisce un’area protetta di oltre 8.000 ettari, oltre a due Parchi Locali di Interesse Sovracomunale – ovvero il PLIS dei Colli Briantei e il PLIS della  Valletta – e la Riserva Naturale del Lago di Montorfano.